Civorio

Il nome deriva dal termine latino Ciboriuin, che nel mondo classico indicava una coppa da cui attingere cibi o bevande. Risale al 1037 la prima notizia dell'imperatore Corrado di Sassonia riportato nei Monumenta Germaniae Historica. Si fa cenno ad una massa, ovvero di una grande proprietà fondiaria il cui è nome Civorio. Quando il processo di accastellamento non era ancora realizzato, qui vi era già un castello con torre, fondi e casali con confini ben definiti. Questo significa che la proprietà monastica era già stata suddivisa ed assegnata a singole famiglie di contadini con contratti a lunga scadenza e rinnovabili in cambio di un canone. Nel corso dei secoli il monastero concedente, fatti salvi i propri diritti di continuare a riscuotere il canone, finì per accettare che i livellari lasciassero il fondo assegnato in eredità anche al di fuori degli criteri pattuiti all'inizio, ne facessero oggetto di compravendita e si trasformarono in proprietari. La lunga e indiscussa appartenenza all'importante Abbazia camaldolese di Classe e la posizione appartata rispetto alle vie di comunicazione dei due fondivalle del Savio e del Bidente, che collegavano la Romagna con la Toscana e con Roma, hanno preservato Civorio dalle molte lotte feudali che talora coinvolsero i centri bagnati dai due fiumi appena ricordati. Dal '300 a metà del '400 le guerre portarono al costituirsi dei grandi stati regionali; seguirono poi le invasioni straniere, a cominciare da quella dei Francesi di Carlo VIII, che distrussero tra l'altro la vicina Formignano. Infine le vallate del Bidente e dell'alto Savio nel 1527 subirono anche il passaggio dei terribili Lanzichenecchi, che a Corzano compirono una vera carneficina; nel 1642 le truppe di Odoardo Farnese di passaggio per Roma lasciarono Civitella affamata, risparmiando Civorio.

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