La Rete dei sedici sentieri

Parte da Sogliano la nuova rete di sedici percorsi Cai per trekking, mountain bike e ippoturismo "Sentieri dell'Alto Rubicone”
155 km di percorsi tra storia e natura. Sedici sentieri che si intrecciano tra loro dando vita al disegno di una “farfalla” sull’Appennino: il nuovo progetto dei “Sentieri dell’Alto Rubicone” mette in rete percorsi ambientali nei territori di Sogliano al Rubicone e nei vicini comuni di Roncofreddo, Mercato Saraceno, Sant’Agata Feltria, Talamello e Novafeltria. Un'articolatissima e certosina operazione di mappatura, manutenzione e promozione di un intero circuito verde dedicato ad appassionati di trekking, mountain bike e ippoturismo che nasce dallo spirito di iniziativa di Comune di Sogliano e associazione A-Team Bike School, con la collaborazione dell’Unione Rubicone e Mare, per una valorizzazione ambientale, turistica e naturalistica della realtà collinare delle vallate del Rubicone, dell'Uso e del Savio. Il progetto fa ovviamente parte della rete sentieristica Cai, che ha riconosciuto ai “Sentieri dell'alto Rubicone” tre nuove numerazioni (111, 115 e 123). Dodici totem esplicativi nei rispettivi punti di partenza e l'articolata cartellonistica lungo il percorso integrano sul posto il sistema informativo veicolato online dal nuovo sito isentieridellaltorubicone.it, dai relativi pagina Facebook e canale Youtube “Sentieri dell’Alto Rubicone” e dalla nuova cartografia elaborata per l’occasione. A racchiudere l'intero perimetro è il “Sentiero delle tre vallate” che tocca, nei suoi 73 km di tracciato, le vallate del Rubicone, dell'Uso e del Savio, con un dislivello di 2.975 metri. Ma esplorare i sentieri dell'alto Rubicone è anche un viaggio nel tempo e nella storia: dal castello militare dei Malatesta al ponte romanico, dall'abbazia millenaria alla vecchia miniera di carbone ancora attiva durante la Seconda guerra mondiale fino all'immancabile tradizione artigiana delle teglie di Montetiffi. nfine, non manca la musica con i luoghi del sacerdote direttore d'orchestra Monsignor Teodoro Onofri e persino il ricordo di uno sportivo amatissimo dalla Romagna come Marco Pantani.